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I Nastri d’Argento sono nati nel 1946, a Roma, in una serata scintillante in via del Babuino, all’Hotel de Russie: vederli nelle foto e nei filmati d’epoca tra le mani di protagonisti come Vittorio De Sica e Anna Magnani emoziona ancora ed è motivo di grande orgoglio per il gruppo di lavoro che continua a siglare ogni anno un’edizione nellatradizione della sua istituzionalità ma, nel tempo, con continui aggiornamenti sulla formula, in segno di un’ attenzione all’attualità, obbligata, per i giornalisti. Hanno avuto il Nastro tutti i maestri del grande cinema, dagli autori alle attrici e agli attori, ai produttori, ai tecnici, agli insuperabili artigiani che anche Hollywood ci invidia.

Non solo: i Nastri sono diventati un punto di riferimento anche per il mondo del documentario e per i cortometraggi che, ormai da una ventina d’anni, sono sono un appuntamento molto atteso a Roma che festeggia ogni anno col cinema anche l’annuncio delle candidature di ogni edizione e a Taormina dove si è svolto, nel tempo, il maggior numero di premiazioni. In un tempo per il cinema e soprattutto per le sale non ancora segnato da un ritorno alla normalità, nonostante i cinema chiusi e i set in grande difficoltà, l’agenda è comunque pronta come sempre. E i Giornalisti Cinematografici Italiani che con la loro associazione promuovono e producono ogni anno gli eventi dei Nastri, tifando ancora di più per tutto il cinema che deve tornare al più presto alla normalità, ci sono. Oggi vive tra Roma e Napoli, dopo la svolta di un anniversario importante come il 75.mo anno di attività, un capitolo in più di storia che guarda al futuro con i premi per le Grandi Serie: in un nuovo formato, sono Cinema, lavoro, arte. Un successo produttivo di oggi e, insieme, un modo di aggiungere alla tradizione idee e creatività ma anche nuovi asset anche internazionali alla produzione e allo storytelling di domani.

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